Quando il lavoro diventa cura: la rinascita di Sabina tra le fave di cacao di Nina Kakaw

Pubblicato il 3 Ottobre 2025




Ci sono percorsi che nascono dalle difficoltà e si trasformano in opportunità. La storia di Sabina ne è un esempio: dopo un periodo complesso, ha ritrovato motivazione e stabilità grazie a Nina Kakaw, laboratorio di cioccolato artigianale bean to bar situato nel cuore di Belluno e partner di VHV Assicurazioni, che sostiene progetti capaci di unire impresa e responsabilità sociale.


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Un passato da imprenditrice

Sabina è nata a Belluno nel 1967. Per anni è stata un volto conosciuto della città: imprenditrice, proprietaria di un salone di parrucchiera nel centro storico. Sempre sorridente, con una clientela affezionata.

Poi, cinque anni fa, la malattia. Un forte burnout l’ha colpita nel pieno della sua attività, costringendola a chiudere il negozio e a interrompere la sua indipendenza economica. «È stato come se il mondo mi fosse crollato addosso», racconta oggi.

Ritrovarsi senza lavoro, con una condizione psicofisica fragile e con il peso dell’età che avanzava, ha reso quasi impossibile per lei immaginare un futuro diverso. «Ero a casa, tutti i giorni, senza sapere cosa fare. Ero molto triste. Non vedevo prospettive», confida.

L’incontro con il SIL e con Nina Kakaw

Grazie al Servizio di Inserimento Lavorativo (SIL) dell’AULSS di Belluno, Sabina ha avuto la possibilità di rimettersi in gioco. Con il supporto di Giacomo, educatore del SIL, è entrata in contatto con Nina Kakaw: «È stata una fortuna trovarvi, veramente. Sono proprio rinata», ripete con emozione Sabina.

Un lavoro che cura: la selezione manuale delle fave di cacao

Entrare in Nina Kakaw ha significato per Sabina ritrovare una routine, ma soprattutto un ambiente umano e accogliente. Qui, infatti, le donne vengono accompagnate in un percorso che non è solo lavorativo, ma anche di rinascita personale.

Sabina si occupa della selezione manuale delle fave di cacao: un lavoro lungo, minuzioso, che richiede concentrazione e pazienza. In un’industria del cioccolato che utilizza qualsiasi fava senza distinzione, Nina Kakaw sceglie la strada artigianale: ogni fava viene controllata a mano, una per una, scartando quelle che non rispondono agli standard.

«Guardo le altre ragazze e penso: chissà se sarò in grado di fare anch’io quello che fanno loro, perché mi piace migliorarmi», racconta. Questa cura è ciò che contraddistingue la produzione bean to bar, “dalla fava alla barretta”: un processo che parte dalla selezione delle fave grezze, passa per la tostatura, la macinatura e la raffinazione, fino ad arrivare al cioccolato pronto da gustare.

Ogni fase viene seguita all’interno del laboratorio, senza delegare all’industria, così da garantire un prodotto tracciabile, autentico e di qualità superiore. Per l’artigiano, la selezione manuale rappresenta spesso la fase più onerosa e lunga della produzione. Per Nina Kakaw, invece, diventa un’opportunità per ridare dignità a donne come Sabina. «All’inizio ho pensato: quante fave, ce la farò? Ma poi ci sono riuscita. E questo mi ha dato tanta gratificazione», racconta con orgoglio

Coltivare pazienza, raccogliere forza

Il percorso non è stato privo di ostacoli. Sabina convive con momenti di ansia, che a volte la mettono alla prova. Ma in laboratorio ha trovato un contesto che le permette di affrontarli con maggiore serenità: un luogo tranquillo, in cui sentirsi accolta senza pressioni e giudizio.

La selezione delle fave diventa così anche un esercizio terapeutico: richiede calma, precisione, pazienza. E proprio la pazienza è il consiglio che Sabina si sente di dare alle altre donne che intraprendono questo cammino: «La pazienza è la virtù dei forti. È importante per questo lavoro, ma anche per la vita».

Una nuova quotidianità

Il lavoro in laboratorio ha permesso a Sabina di recuperare una routine e un senso di appartenenza. Oggi vive le giornate con maggiore equilibrio e guarda al futuro con concretezza. «Adesso mi alzo con la voglia di andare a lavorare», dice con semplicità.

L’impatto di Nina Kakaw

La sua esperienza testimonia come Nina Kakaw non sia soltanto un laboratorio di cioccolato artigianale, ma anche un contesto che valorizza le persone e non si limita a produrre cioccolato di alta qualità: costruisce percorsi di vita.

La fase più lenta della filiera diventa così un’occasione di inserimento lavorativo e di crescita per chi ha bisogno di rientrare nel mondo del lavoro.

Guardando avanti

Sabina non nasconde il desiderio di imparare nuove fasi della lavorazione, magari un giorno cimentarsi anche nella produzione di cioccolato. «Mi piacerebbe fare la cioccolata anch’io», confessa con entusiasmo. Ma soprattutto sogna stabilità, serenità, continuità. «Vorrei restare qui fino alla pensione» sorride. Il suo percorso dimostra che, attraverso un contesto attento e inclusivo, è possibile dare nuovo significato a un mestiere artigianale e a una vita professionale. Un percorso che, anche grazie al sostegno di realtà come VHV Assicurazioni, dimostra come la collaborazione tra imprese possa generare opportunità concrete e durature.

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