Cioccolateria sociale e responsabilità aziendale: la partnership etica tra VHVAssicurazioni e Nina Kakaw
Pubblicato il 9 Maggio 2025
Una partnership etica con VHV Assicurazioni: valori condivisi e impatto locale
Il mondo delle assicurazioni e quello della cioccolateria non è mai stato così vicino: VHV Assicurazioni e la cioccolateria sociale Nina Kakaw uniscono le forze in una partnership che ha il sapore della solidarietà, dell’innovazione sociale e della responsabilità condivisa. L’obiettivo? Creare un impatto positivo sul territorio e sulle persone, sostenendo l’attivazione di processi di empowerment sociale ed economico in due parti opposte del mondo.

VHV Assicurazioni è lieta di attivarsi per questo progetto tanto importante per la città di Belluno, tale da avere vinto il Veneto Food Awards 2023 come “Miglior cioccolateria artigianale della regione Veneto”: la cioccolateria, sita nel centro storico, è diventata un luogo di aggregazione per la popolazione e non può quindi non incontrare il sostegno di VHV Assicurazioni, attenta alle iniziative locali e alla sensibilizzazione di realtà a scopo sociale.
Nina Kakaw è una realtà bellunese fondata nel 2021 con l’idea di coinvolgere donne in situazioni di vulnerabilità nella realizzazione di cioccolato artigianale di alta qualità, utilizzando solo cacao proveniente da 425 piccoli produttori dell’Ecuador e della Colombia: attraverso la costruzione di centri di raccolta, Nina Kakaw implementa il processo di produzione, essiccazione e fermentazione del cacao, in modo da garantire una resa eccellente del prodotto finale e un prezzo equo.
Allo stesso tempo, la cioccolateria sociale segue, forma e assume le donne dei centri antiviolenza della provincia di Belluno, che hanno necessità di indipendenza economica e che possono così emanciparsi ed essere inserite in un ambiente di lavoro solidale e in un contesto normalizzante.
Una doppia filiera etica, sostenibile e inclusiva, quindi, che parte dall’America Latina e arriva nel cuore del Veneto: ogni tavoletta prodotta si trasforma in una storia di riscatto e dignità.
Per approfondire l’impatto sociale di Nina Kakaw, i valori condivisi e la visione comune che ha con VHV Assicurazioni, abbiamo fatto alcune domande alla Presidente Sara Miante.
Nina Kakaw nasce come impresa sociale che fonde cioccolato artigianale e inclusione femminile. Come è nata la fusione tra questi due mondi?
NINA KAKAW nasce nell’ottobre 2021 come naturale evoluzione delle attività di NINA APS, un’associazione di promozione sociale fondata nel 2019 da un gruppo di giovani under 35, dopo anni di esperienze di cooperazione internazionale in Sud America.
Fin dall’inizio, NINA ha posto al centro del proprio agire l’empowerment femminile e la promozione di un’alimentazione sana e giusta, intesa come diritto al cibo e come espressione di sovranità alimentare.
In Kichwa, una delle lingue indigene dell’Ecuador, NINA significa fuoco e fiamma, ma anche raccontare, comunicare.
Proprio in questo binomio risiede la vocazione della nostra associazione: dare voce al fuoco, alla forza che risiede nelle donne provenienti da ogni parte del mondo. Il nostro obiettivo è quello di affermare e promuovere la valorizzazione delle donne e delle loro famiglie, al fine di ridurre povertà, fame, disparità e disuguaglianze. Con l’arrivo della pandemia, i nostri progetti internazionali hanno subito una battuta d’arresto e molti di noi sono stati costretti a rientrare in Italia. È stato proprio in quel momento che, collegati a distanza ognuno da casa propria, abbiamo iniziato a riflettere su come poter continuare a sostenere le comunità locali con cui lavoravamo, generando comunque un impatto sociale, pur operando dall’Italia. È stato nel cacao che abbiamo intravisto un’opportunità: un ponte capace di unire due mondi. Da una parte, le comunità produttrici dell’Amazzonia ecuadoriana, con cui avevamo già relazioni e progetti attivi; dall’altra, le donne in Italia che vivono situazioni di fragilità sociale ed economica. Così è nata NINA KAKAW, una cioccolateria sociale e artigianale che offre opportunità di formazione e inserimento lavorativo a donne vittime di violenza, donne con disabilità lievi, donne migranti, ecc. Offriamo loro la possibilità di riacquisire indipendenza economica, avviare un percorso di reinserimento sociale, ritrovare autostima e riscoprire i propri sogni e ambizioni.
2. Nel vostro laboratorio lavorano donne in situazioni di fragilità. Qual è il cambiamento più forte che avete notato nelle persone coinvolte, sia a livello professionale che personale?
Il cambiamento più significativo che osserviamo è la ricostruzione dell’autostima e della fiducia in sé stesse.
Le donne che intraprendono un percorso con NINA KAKAW arrivano spesso da situazioni complesse: esperienze di violenza, isolamento sociale, marginalità economica, difficoltà linguistiche. Alcune non hanno mai lavorato al di fuori del contesto familiare, altre si confrontano con la sfida del reinserimento nel mondo del lavoro dopo lunghi periodi di inattività.
Il laboratorio diventa innanzitutto uno spazio di riattivazione sociale: un luogo in cui poter uscire di casa, rimettersi in relazione con gli altri, sentirsi accolte e valorizzate. È in questo contesto protetto che molte iniziano a riscoprire competenze, desideri e possibilità che pensavano di non avere più. Lavorare in team, apprendere nuove abilità, comunicare in italiano, contribuire attivamente a un progetto collettivo: sono tutte esperienze che rafforzano il senso di autoefficacia e di appartenenza.
Dal punto di vista professionale, i percorsi che proponiamo non si limitano all’acquisizione di competenze tecniche legate alla lavorazione del cioccolato, ma includono anche un supporto alla crescita personale, alla gestione del tempo, alla conoscenza dei propri diritti, alla consapevolezza del proprio ruolo nel contesto lavorativo.
Quello che vediamo, nel tempo, è un processo di riappropriazione graduale della propria autonomia: economica, relazionale, emotiva. È questo il primo e fondamentale passo per poter pensare, con realismo e fiducia, a un reinserimento lavorativo e sociale stabile e duraturo.
3. Siete un esempio concreto di filiera etica e impatto territoriale. Che ruolo credete debbano avere le aziende nel costruire comunità più giuste e sostenibili?
Oggi più che mai, riteniamo che le aziende abbiano non solo la possibilità, ma anche la responsabilità di contribuire alla costruzione di comunità più eque e sostenibili. Non è più sufficiente essere efficienti ed efficaci da un punto di vista economico: è necessario ripensare il concetto stesso di impresa, trasformandolo in uno strumento capace di generare benessere collettivo.
Le aziende hanno la responsabilità di creare ambienti di lavoro che mettano al centro la persona, riconoscendone i bisogni, i limiti, i talenti. Un’impresa che vuole davvero essere sostenibile non può prescindere dalla sostenibilità sociale e relazionale: deve considerare l’equilibrio tra lavoro e vita privata, l’inclusione delle persone più vulnerabili, il rispetto dei diritti lungo tutta la filiera — da chi coltiva una materia prima a chi confeziona il prodotto finale.
In questo senso, il ruolo dell’impresa si amplia: non più solo produzione e profitto, ma anche cura, coesione e visione. Le imprese possono — e dovrebbero — farsi promotrici di nuovi modelli economici in cui la crescita non avviene a discapito delle persone o dell’ambiente, ma insieme a loro.
Una filiera etica, come quella che promuoviamo con NINA KAKAW, non è solo una scelta responsabile: è una dichiarazione di intenti. Significa coinvolgere attivamente ogni soggetto lungo il percorso produttivo, valorizzandone il contributo e generando un impatto positivo che si estende ben oltre i confini aziendali.
Un’impresa che guarda al futuro è un’impresa che non si limita a produrre valore economico, ma costruisce valore umano, sociale e territoriale. E oggi, questo è non solo auspicabile, ma necessario.
4. Pensate che questo tipo di partnership tra imprese tradizionali e realtà sociali possa essere un modello replicabile?
Assolutamente sì. Questo tipo di collaborazione rappresenta un modello virtuoso e replicabile, che può generare benefici tangibili per tutte le parti coinvolte. Si tratta a tutti gli effetti di una partnership win-win, in cui imprese e realtà del terzo settore uniscono le proprie competenze e risorse per generare un impatto positivo, sia economico che sociale.
Quando il tessuto sociale di un territorio è solido, anche le imprese ne traggono vantaggio: trovano persone più serene, motivate, con maggiori competenze e una rete di servizi attiva che le supporta. Un contesto sociale in salute è un terreno fertile anche per lo sviluppo economico.
Allo stesso tempo, quando le aziende scelgono di restituire valore al territorio, sostenendo progetti sociali, culturali ed educativi, si innesca un circolo virtuoso: il terzo settore si rafforza, i servizi si moltiplicano, le comunità si rigenerano.
Insieme, si può costruire un’economia capace di andare oltre il profitto, creando ricchezza condivisa e duratura. Per affrontare le grandi sfide del nostro tempo – disuguaglianze, crisi ambientali, marginalità – è fondamentale che mondo profit e non profit inizino a collaborare in modo strutturato e strategico.
Quella tra VHV e NINA KAKAW è la dimostrazione concreta che un nuovo modello è possibile, e che replicarlo significa investire in un futuro più equo, inclusivo e sostenibile per tutti.